La riscoperta di una collezione di xilografie dantesche dimenticate per decenni nell’archivio di un letterato tedesco, tornano alla luce nell’anno di commemorazione della morte del Sommo Poeta.
Varie sono state nei secoli le illustrazioni della Divina Commedia, tanto da costituire un argomento d’arte e centro d’interesse collezionistico a sé stante; numerosi sono stati gli interpreti figurativi del poema più famoso del mondo, dai primi sconosciuti miniatori ai graffitari contemporanei, con tecniche e generi diversi che includono anche la fumettistica.
Una delle tecniche più usate è stata l’incisione e tra gli artisti più interessanti, troviamo Klaus Wrage, incisore tedesco del ventesimo secolo, unico nel suo genere.
Wrage scopre la Commedia al lazzaretto militare nel 1916/17 e si aggrappa all’opera in cui sembrano esserci le risposte che lui cerca; si cimenta con traduzioni in tedesco delle famose terzine e matura una vera passione per il simbolismo che le governa. Pochi anni dopo inizia le prime incisioni e nel 1925 realizza il suo primo incunabolo sulla Divina Commedia. Negli anni produrrà 260 xilografie di testo e immagini e si dirà guidato da Dante che per lui è stato destino, salvezza e provvidenza.
Delle poche tavole xilografiche dantesche di Klaus Wrage, sopravvissute al tempo e alle guerre, 36 sono presentate in questo volume.