IL TITOLO

Il titolo si è proposto da solo, in maniera prepotente, sbaragliando ogni concorrenza. L’avevo nel cuore da sempre ma poi sono andata a cercarlo nella mente, dove non era.

Durante la stesura del romanzo ho pensato molto a disabili che mi hanno impressionato per la loro tenacia, alcuni che ho conosciuto come Franco Bomprezzi che mi ha parlato a lungo del suo pensiero su “ruotanti” e “camminanti”, altri che non ho mai incontrato come Alex Zanardi, l’icona della resilienza oppure Pierangelo Bertoli, un cantante che ho sempre ascoltato e apprezzato. Sono stati alcuni brani di quest’ultimo che hanno contribuito a forgiare il personaggio principale; sentivo la musica di Bertoli mentre scrivevo e quindi, parecchio tempo dopo, è riemersa durante la rilettura in fase di editing. Poi, per caso, sono incappata in un video in cui il cantautore spiega le origini di una sua canzone e lì ho capito che il titolo non poteva essere altro che: A muso duro.

Questo collegamento nell’anno in cui cade il ventennale della morte di Pierangelo Bertoli è un’altra di quelle coincidenze che si sono infilate come perle sul filo di questo romanzo.