La panchina Rosa

Non dovremmo lasciar sbiadire le nostre panchine rosse, non è il momento di dimenticarci delle lotte fatte e dei risultati ottenuti. La panchina rossa non è solo un simbolo ma anche un promemoria e, oggi più che mai negli ultimi decenni, abbiamo bisogno di ricordarci che nessuna di noi è al sicuro, nessuna può dirsi libera di circolare in luoghi poco frequentati, non tutte abbiamo la forza di opporci alla violenza e che -qualcuna di noi- ancora la giustifica perché l’aguzzino “non riesce a controllarsi”.

La panchina rosa è il simbolo di un cedimento che non possiamo permetterci, non ora che in Afghanistan si sta compiendo un nuovo massacro della femminilità, qualsiasi età e aspetto abbia.

Avevano fatto un bel passo avanti; donne e uomini -non tutti ovviamente- avevano fatto un percorso ventennale per ottenere risultati degni di nota; i giovani avevano adottato concetti occidentali e le donne coltivavano grandi speranze. Ma ora si fa marcia indietro versando lacrime e sangue.

Tinteggiamo le nostre panchine, che siano più rosse che mai, lucide come il sangue fresco di tante donne, ma anche di uomini, che non hanno ceduto al fanatismo religioso.