La popolazione italiana invecchia –è un dato di fatto– dunque aumenta la domanda di badanti, ma la normativa non è pronta per tutelare tutte le parti del rapporto di assistenza domiciliare. La stessa lacuna è riscontrabile nell’opinione pubblica dove, chi non ha mai dovuto soffrire per un rapporto anziano-badante, non riesce a immaginare altra parte debole se non la badante che, in genere, arriva da lontano ed evoca storie tristi di migrazione ed emarginazione.
Ma chi ha avuto modo di rapportarsi al mondo delle badanti ha storie da raccontare che fanno rabbrividire, che dimostrano la fragilità del nostro sistema improntato al garantismo teorico, quello che travalica qualsiasi dimostrazione contraria e si fonda su preconcetti inattaccabili perché non appena si prova a usare il buon senso si passa per razzisti, termine ormai usato per qualsiasi forma di differenziazione.
Esistono badanti serie, capaci, operose, leali e compassionevoli con gli assistiti, persone che intraprendono la professione col piglio del missionario e sono una benedizione per chi le ha in casa. Personalmente ne ho conosciute un paio e le annovero tra le mie conoscenze più care.
Poi esistono le altre che, nella mia esperienza personale, sono state la maggioranza.
In questo secondo gruppo ne ho viste tante che facevano giusto il minimo indispensabile, altre che somministravano calmanti agli anziani per non avere problemi, altre ancora che uscivano di casa con la scusa di fare la spesa e restavano fuori per ore lasciando l’anziano solo.
Sempre basandomi sulla mia esperienza, posso dire che il mondo delle badanti è sommerso in un giro d’affari in nero; ho incontrato –più di una volta– donne che rifiutavano di lavorare con un contratto regolare per potersi iscrivere nelle liste di disoccupazione e così guadagnare due volte.
Mi guardo intorno e vedo famigliari scoraggiati perché non possono fidarsi delle badanti, altri disperati perché dopo aver pagato tutto in nero sono costretti a pagare di nuovo anni di compensi e contributi, altri ancora che sono giornalmente vittime delle minacce di abbandono e ricatti da parte di badanti.
Non voglio fare una crociata contro le badanti irregolari e irrispettose, ma ritengo che sia necessaria una presa di coscienza generale per cambiare le cose. Qualcosa nella normativa non funziona se non siamo ancora riusciti a separare la gramigna dal grano, agevolare l’immigrazione della forza lavoro che serve al Paese e assegnare gli aiuti sociali a chi ne ha davvero i requisiti.