La porta dei morti

Dopo Ti guardo e I cavalli soffrono in silenzio, l’autrice offre in questo psico-romanzo un messaggio d’amore e di speranza, una cerniera affettiva tra passato e futuro, un viaggio tra psicologia e parapsicologia.

Sono l’amore e la pietà a spingere Giulia alla raccolta di tanti cani randagi o è qualcos’altro che la costringe in quel fenomeno che gli anglosassoni chiamano animal hoarding, collezionismo di animali?

Se lo chiedono anche le autorità di Verdalmasso, un paese tra le colline toscane dove l’anziana svizzera risiede ormai da diverso tempo, in solitudine ai margini del paese. Il sindaco però non può dedicarsi solo al problema della cagnara in quanto si avvicina il solstizio d’estate e, la notte di San Giovanni, il paese è da sempre teatro di incontri particolari, visite di parenti scomparsi da tempo.

La psicologa, incaricata di sondare le capacità psichiche di Giulia è nativa di quei luoghi, diretta discendente degli etruschi che lasciarono tracce nelle tombe circostanti il paese e nelle tradizioni legate alle porte dei morti, passaggi ben noti agli antropologi, che hanno il potere di togliere la paura di morire.

Recensioni

Il magico mondo dei libri

Sul litorale toscano, una terra ricca di fascino, c’è un paesino immerso nel verde, Verdalmasso, e li, sulla costa, c’è una casa, un podere costruito intorno ad una roccia intrisa di esoterismo etrusco. All’interno del masso è stato scavato un trono, il Trono del Sole, attraverso il quale è possibile comunicare con il mondo Sotterraneo durante il giorno di San Giovanni. Nella casa vive una donna sola, Giulia Regazzoni, con una morbosa passione e una paura viscerale della morte. Ma non temete, cari lettori, l’anziana signora non rimarrà sola ancora per molto, a farle compagnia arriverà presto sua nipote Lucia. Non voglio dirvi molto riguardo alla trama perchè La porta dei morti è uno di quei libri del quale nessun particolare dovrebbe essere svelato per garantile al lettore, il quale desidera intraprendere la sua lettura, di goderne appieno. Sappiate soltanto che le vicende raccontate viaggiano in bilico fra realtà fattuale,vivida, e irrealtà metafisica,intangibile, spiegabile solo con la magia, con l’esoterismo, mediante le leggende. Le vicende si ambientano apparentemente nel tempo presente ma, leggendo la storia, vi renderete conto che sotto questa, la principale, ve n’è un’altra, sotterranea appunto. Etrusca. Una storia antica. La storia di un amore contrastato e la chiave per comprendere l’energia che gravita intorno alla casa della gattara. Uno dei temi portanti è quello della morte, la concezione della morte degli etruschi e la paura di fronte al buco nero, all’oblio, che si potrebbe trovare alla fine della vita, che è un senso unico. La porta dei morti non è un libro per stomaci delicati. Leggere la prima parte del libro per me, una persona che ama gli animali follemente, non è stato semplice. L’animal hoardingporta l’uomo a compiere delle nefandezze innominabili, crudeltà senza fine. Sappiate però che alla fine, ogni minimo tassello posto in essere dall’autrice, si comporrà in un puzzle. Alla fine capirete tutto, o quasi. Questo è un libro che non consiglierei a tutti proprio per le tematiche affrontate. Voi, lettori che amate l’esoterismo e le storie contorte e intricate, proprio voi la troverete una lettura gustosa e raccapricciante, e alla fine riuscirete anche ad apprezzarla. Per di più offre uno spaccato della Toscana che è raro trovare nei libri. Una Toscana magica, terra di un popolo particolare, quello Etrusco, capace di affascinare il lettore odierno con tutto il sistema di credenze che di esso è caratteristico.

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Piego di Libri Blog

Giulia Regazzoni vive a Verdalmasso, un paesino situato tra le dolci colline toscane.

Una signora tranquilla, un po’ scorbutica, una donna a cui non piace che il postino – uno dei pochi abitanti con cui scambia qualche parola – si intrometta nelle sue questioni personali quando le legge la posta.

Giulia non legge e non scrive. Una volta con i suoi romanzi si guadagnava da vivere, godeva di una certa fama; ora finge di non esserne più capace. La vita di Giulia è pervasa da un alone di mistero e segretezza. Dietro quei modi di fare scontrosi, infantili e – a tratti – ironici, si cela un malessere che la rende schiava di un’esistenza monotona e scandita da un tempo illusorio.

Il tempo è, a mio avviso, uno dei temi centrali di questo romanzo. È poi così vero che scorre ininterrotto senza lasciarsi condizionare dalle nostre azioni? O sono proprio le nostre scelte, i nostri sbagli, i nostri ripensamenti e sensi di colpa a relegarci in una dimensione spazio-temporale che ci impedisce di andare avanti?

Giulia Regazzoni è rimasta ancorata al passato, questo è certo. La morte di qualcuno a lei caro la costringe a vivere una vita che non le appartiene. Una vita distorta dalla missione di accudire una quantità impensabile di animali abbandonati, ridotti in uno stato pietoso e vittime della crudeltà umana.

L’accumulo patologico di animali è definito in psicologia “Animal Hoarding”.

“Gli hoarders non sono in grado di gestire la situazione. Credono di fare il bene degli animali, non percepiscono la miseria a cui li costringono“, spiega nel romanzo la psicologa dei servizi sociali Valeria Zorzi.

Sarà Lucia, la nipote sedicenne e impacciata di Giulia, a sconvolgere la vita della nonna, facendo riemergere vecchi rancori e ferite che negli anni non si sono mai rimarginate. La vita di una ragazza semplice, ossessionata dai tipici problemi adolescenziali, sopraffatta dai primi innamoramenti, si scontra con quella di una donna ormai avanti con gli anni che si rifiuta di accogliere qualsiasi stimolo proveniente dall’esterno, che sia un consiglio, un gesto d’affetto o una conversazione piacevole.

L’abilità dell’autrice sta proprio nell’intrecciare queste due personalità opposte e altalenanti fino a farle convergere in quel punto dove, prima o poi, tutte le nostre linee del tempo si incontrano: la morte.

Non necessariamente la morte fisica, quanto la morte come presenza costante della nostra vita.

Nel romanzo, quest’aspetto viene simboleggiato, appunto, dalla Porta dei Morti, che rappresenta ilpassaggio tra il mondo dei vivi e quello dei defunti.

Perché la bellezza di questo libro sta anche nell’elemento esoterico che colpisce il lettore proprio quando meno se l’aspetta. Una leggenda legata alle tombe etrusche, la storia d’amore del IV secolo tra la principessa Larzia e Rasenno, la Porta dei Morti e il ruolo che ricopre per gli abitanti di Verdalmasso il 23 giugno di ogni anno, poco prima del tramonto.

Man mano che il lettore gira le pagine nuove storie, segreti e personaggi rendono la lettura sempre più intrigante e piacevole. 

Dopo “Ti guardo” e “I cavalli soffrono in silenzio”, un altro grande romanzo di Sibyl von der Schulenburg, che appassiona i lettori affamati di storie ben scritte, originali e da divorare in poche ore.

Leggi qui la recensione originale.