“Quando ti portano vicino il cielo, ti accorgi che era bello perché stava lassù”, è quello che ho pensato visitando la mostra dei dipinti della Cappella Sistina a Vienna. Si tratta di una mostra “furba”, qualcosa che con l’arte ha poco a che fare, ideato da qualcuno che ha saputo vendere bene il nome di un celebre monumento. Su enormi pannelli sono riprodotte le opere di Erich Lessing, famoso fotografo austriaco, in misure quasi originali, allineate a formare corridoi dai quali una visuale a distanza non è possibile.
Per chi ha visitato la Cappella Sistina ammirando le opere di Michelangelo con i parametri e gli spazi da lui previsti, la mostra che si svolge a Vienna, nella Chiesa Votiva di Roosveltplatz, sortisce l’effetto di una frode, il furto con destrezza dei 18 Euro del biglietto d’ingresso. La prospettiva ravvicinata dalla quale gli enormi affreschi sono guardati, li priva di ogni fascino, li distorce, e ne annulla l’effetto voluto da Michelangelo. Vedere davanti a sé il dito di Dio che sfiora quello di Adamo, è quasi banale se non si deve alzare lo sguardo verso l’alto e così sentire il peso della divinità sorretta dagli angeli. Sul pannello posato a terra nella chiesa viennese, il buon Dio sembra adagiato tra i corpi nudi degli angeli e, se è vero che quella figura divina rappresenta il mondo, allora il parallelo con la situazione mondiale attuale è presto fatta.
Eppure la mostra, molto visitata, offre un vantaggio: è idonea anche ai fruitori che soffrono di artrosi cervicale.