Solitudine

‘Si muore soli’, lo sento dire sempre più spesso. La cronaca però c’informa che la nostra società condanna alla solitudine anche anziani e soggetti fragili viventi.

Poi ci sono quelli convinti che ‘soli si muore’, sono spiriti che si reggono unicamente se riempiti dell’amore di un altro, come palloncini gonfiati di gas che si librano nel cielo.

Cos’è la solitudine?

Non c’è unanimità nelle risposte date da dizionari, saggi ed esperti. La solitudine è però un tema molto dibattuto, senza che si abbia una definizione certa da cui partire.

Se la solitudine, anziché una condizione umana, fosse vista come un sentimento si potrebbe definirla uno stato d’animo di afflizione che scaturisce dalla credenza di sperimentarlo. Si è soli dal momento in cui ci si sente tali.

La sensazione di essere soli scatta tipicamente nel momento in cui si crede di aver perso il contatto con il resto del mondo. Si è soli quando si crede di non essere più “visti”, di non occupare più spazio nei pensieri degli altri, soprattutto di certe persone. Non importa se sia effettivamente così, la realtà non fa testo, solo la propria mente determina l’unico universo esistente.

La paura della solitudine è la fortuna dei social media, si vuole essere visti e averne la conferma con un like. E allora crediamo di non essere soli.

Anche se di noi si scorge solo un riflesso.