Continua la mia visita al “museo a cielo aperto” allestito lungo l’Adda. Mi fermo questa volta a considerare più da vicino l’opera accompagnata dalla seguente indicazione:
“Narciso è il titolo del lavoro di Ermenegildo Brambilla, il riferimento è a un noto personaggio della mitologia greca, un cacciatore, famoso per la sua bellezza. Secondo alcune versioni figlio del dio dei fiumi Cefiso. Nel mito è un essere crudele che disdegna chiunque lo ami. Per punizione divina, Narciso s’innamora della sua stessa immagine, riflessa in uno specchio d’acqua e muore cadendo nel fiume, proprio nell’atto di specchiarsi. L’artista ha collocato sette nuvole d’alluminio, al pelo dell’acqua. L’idea è quella di trasferire il mito di Narciso nel mondo contemporaneo. Viviamo, infatti, in un tempo di narcisismo globale, di cui Facebook, agorà globalizzata e globalizzante non è che una, forse la più popolare, delle espressioni, in cui ci si rispecchia quotidianamente per ottenere l’altrui approvazione.”
Il fruitore dell’opera è portato a dare un’interpretazione che non si veste di parole. Chi guarda l’opera si riempie di sensazioni che confluiscono verso un punto oltre l’orizzonte del definibile e dicibile. Su questo si basa la comunicazione dell’arte: sull’incontro tra l’opera e il fruitore, dentro il quale si attivano i simboli, mezzi d’interpretazione ricevuti da cultura, esperienza e conoscenza.
In quest’opera domina l’acqua che rappresenta l’origine di ogni cosa, il materno, l’essenza interna ed esterna dell’uomo. Il 7 è il numero della ricerca mistica, il perfezionamento umano, il punto d’incontro tra Dio e gli uomini. Le nuvole sono pensieri che volano alti, nello spazio divino, e si specchiano vicino a noi mortali, in acque chete.
Quando però leggo la “didascalia” che accompagna l’opera, la magia si spezza. Perché richiamare il mito di un uomo solitario – con termini di Wikipedia – e combinarlo con una patologia mal compresa? La condanna utilitaristica di Facebook non fa che peggiorare la situazione e spegne la sinfonia che s’era avviata tra l’acqua e le nuvole. Forse chi ha scritto le righe non ha chiaro il concetto di narcisismo e neppure la differenza tra approvazione e ammirazione che, peraltro, non può essere che “altrui”.
Comunque, complimenti all’artista.