Per le donne iraniane «Mettiamoci la faccia»

Nasce a Bergamo un movimento che vuole sostenere la rivoluzione delle donne iraniane che da mesi offrono la vita in cambio della libertà di esistere senza velo.

Women Life FreedomLet the wind wave your hair” nasce da un’idea di Gianluca Burini e della designer di moda di nazionalità iraniana Maryam Nezarati durante uno shooting fotografico.

Il progetto consiste nel rappresentare, attraverso delle fotografie, la forza e la determinazione della donna che prende posizione contro qualsiasi violenza, difende i propri diritti e afferma la propria libertà.

“Molte sono picchiate, sfregiate e violentate dall’autorità pubblica. Altre semplicemente uccise per strada. Con loro ci sono anche giovani uomini che sacrificano tutto per un’idea di uguaglianza e libertà” dice Sibyl von der Schulenburg, che aderisce a questo movimento prestando la propria immagine. “Ora che la popolazione reagisce dall’interno, dobbiamo contribuire alla loro battaglia, accantonare comode scuse di tolleranza ed esprimere con coraggio i nostri principi di uguaglianza tra i generi e libertà di pensiero. Dobbiamo metterci la faccia, come si suol dire.”

Nei ritratti delle partecipanti, il buio e il velo nero rappresentano il dolore, la sofferenza e la tristezza in cui troppe donne sono state forzate, mentre i capelli, icona della femminilità, diventano simbolo di liberazione. Gli occhi esprimono determinazione ma anche rabbia per la sorte delle sorelle iraniane.

Le immagini sono diffuse sui social media, alcuni tra i partecipanti contano su molti follower come ad esempio il fotografo iraniano Alireza Alipour che vive a Lione. In Italia il movimento trova voce nei programmi di Indieliferadio www.indieliferadio.it

“Non amo fare appelli” continua la scrittrice Sibyl von der Schulenburg, “ma in questo caso chiamo a partecipare chiunque voglia far sentire la sua voce in difesa delle donne iraniane. In particolare invito personaggi pubblici, politici, artisti, influencer e anche donne del mondo islamico ad alimentare questo movimento offrendo la propria immagine. Ne avete il coraggio?”

Articolo comparso su  L’Eco di Bergamo 15.12.2022