L’eclettismo di Leonardo da Vinci mi colpisce sempre, la sua curiosità e intelligenza naturalista hanno fatto di lui l’icona dell’umanesimo. Incontro spesso opere di Leonardo, dall’inflazionata Monna Lisa alle chiuse sui navigli, ma ultimamente sembra quasi che mi stia dando un colpetto sulla spalla per attirare la mia attenzione.
Sta di fatto che sono stata invitata a un tour guidato della mostra su Leonardo da Vinci che si tiene a Palazzo Reale ed ho avuto finalmente l’occasione di inquadrare il personaggio, di avere una panoramica che prima non mi era stata offerta. Non ero mai riuscita a combinare Leonardo pittore di madonne con l’ingegnere che disegnava le macchine belliche; il naturalista che disegnava le ali degli uccelli per carpirne il segreto del volo, con lo studioso di marchingegni idraulici o ancora, l’ideatore di chiese con l’architetto di roccaforti.
Passando invece attraverso le sale della mostra a Milano, seguendo un percorso accompagnato e ascoltando la guida, ho compiuto il viaggio della vita di Leonardo fermandomi solo alle tappe salienti, e ne sono uscita con l’idea di aver messo insieme i pezzi di un puzzle. Dal ragazzino di bottega del Verrocchio al vecchio barbuto dell’autoritratto più famoso, il genio vissuto a cavallo tra il 1400 e il 1500 non è più un mistero, e la mia ammirazione per lui ha assunto connotazioni quasi confidenziali. Passando accanto alle chiuse lungo il fiume Adda, da lui progettate alla fine del quindicesimo secolo, sorrido mormorando: “Ciao Leo”.