Non ho avuto il tempo di conoscerlo a fondo, ma a Franco Bomprezzi non è stato necessario molto tempo per insegnarmi cose importanti. Con l’età s’impara a sondare le nuove conoscenze in due battute, si accorciano le distanze in secondi e si ha l’abilità di dire solo l’essenziale sempre che l’interlocutore comprenda tutto il non detto. Bastano allora poche parole per raccontarsi opinioni e teorie, anni di vissuto sono condivisi in pochi attimi e il tavolo è sgombero da formalismi e ipocrisie.
Quando ho parlato con lui per la prima volta, avevo già letto i suoi romanzi e molti dei suoi articoli. Franco usava la scrittura per raccontarsi e riusciva a farlo in maniera magistrale, ma questo l’ho scoperto solo dopo avergli parlato e ne ho la conferma oggi, attraverso le parole dei suoi amici. L’autobiografia non è necessariamente un raccontare sé stessi, anzi, in genere è il racconto di come si vede sé stessi. La differenza è abissale.
Nel 1999, Franco ha pubblicato il romanzo La Contea dei Ruotanti (Il Prato edizioni), uno scritto che può essere visto come una denuncia alla discriminazione della disabilità ma, parlando a lungo con l’autore, direi piuttosto che la sua intenzione era semplicemente di far riflettere il lettore colpendolo con tanta ironia e fantasia, le sue armi più efficaci. Questo libro è stato recentemente ripubblicato, sempre da Il Prato di Padova, e sarà presentato a Milano il 28 marzo.
Nel romanzo Io sono così (2003, Il Prato Edizioni), Franco voleva tessere l’elogio alla normalità partendo dall’assunto: “Io sono ciò che sembro – io sono la mia carrozzina”. Sembra quasi portarci a Rosario Chiarchiaro che pretende dal giudice D’Andrea la patente di iettatore, quell’etichetta che gli è stata appiccicata addosso. Franco però non pretendeva nulla per sé stesso e non conosceva l’autocommiserazione: era un uomo che si riteneva fortunato di avere una carrozzina e delle persone con cui riderci sopra. Un estratto di quest’opera ce la presenta lui stesso nel video che vi suggerisco di vedere, il “Grazie alla vita” di Franco Bomprezzi con Valeria Golino.