Siamo ormai prossimi ad andare in stampa e, dopo un accurato editing di Carolina Dema della casa editrice Golem, siamo a scegliere la copertina. Le proposte sono due e, come annunciato precedentemente, il popolo dei lettori è chiamato a esprimersi anche su queste.
Sui social si stanno valutando le due opzioni e i commenti sono molto interessanti.
Le immagini sono radicalmente diverse l’una dall’altra ma entrambe sono frutto di capacità interpretativa e tecnica pittorica. I messaggi veicolati sono quasi opposti: la prima -con una bella testa di cavallo stilizzata e una sedia a rotelle- lascia ampio spazio all’immaginazione di chi la guarda; la seconda è più limitativa perché già più completa anche nell’ambientazione naturalistica.
Direi che la prima induce a farsi più domande sul contenuto del libro anticipando una vicenda travagliata ed emotivamente vivace, la seconda è forse più rassicurante perché non lascia spazi bianchi. I cavalli raffigurati sono anch’essi diversi: il primo è vivo anche se solo tratteggiato, fa pensare che il protagonista sia lui a che quel “muso duro” sia il suo; il secondo potrebbe essere un cavallino della giostra che s’incarica di portarci dolcemente verso la soluzione di un problema che qualcuno ha dovuto affrontare a muso duro.
Il cavallo nella prima copertina è completo, nel senso che c’è tutto, non si sente la mancanza del corpo perché potrebbe essere ovunque, a sinistra, di fronte o a destra (l’animale potrebbe avere il collo piegato) mentre nella seconda si sente forse un po’ la mancanza dei posteriori.
E cosa pensare di quella carrozzina la cui traccia porta al cavallo?